Per non dimenticare, per fermare lo scandalo dei tanti,
troppi migranti inghiottiti dalle acque del Mediterraneo, così come di coloro
che – ogni giorno – traversano le nostre frontiere nell’anonimato. Persone che
cercano ‘solo’ una vita migliore, fuggendo da guerre, catastrofi, o dalla
miseria. Il progetto Memento Mari (e
questo blog) intende ridare loro almeno una dignità. Imparando a conoscerli e a
riconoscerli attraverso le loro storie, le speranze, i desideri, i loro sogni,
noi contribuiremo a creare un’Europa aperta al dialogo e all’accoglienza.
Memento Mari è
un manifesto per l’azione indirizzato a tutti coloro che ritengano possibile,
utile, necessario utilizzare il grimaldello della cultura per aprire le menti e
i cuori. Per scuotere dall’indifferenza. Memento
Mari intende rendere visibile quanto i flussi migratori possano giocare un
ruolo positivo nello sviluppo di una nuova Unione Europeq, più solidale e
finalmente capace di uscire dalla più grave crisi socio-economica della propria
storia.
Memento
Mari è stato lanciato in Italia nel 2011-2012 come reazione/riflessione
in seguito agli sbarchi di migliaia di rifugiati e di che scappavano dal Nord
Africa infiammato dalle Primavere Arabe. In seguito, nel 2013, alcuni artisti del
nostro collettivo di musica improvvisata InAudible /I*M hanno rilanciato il
progetto in Belgio, in concomitanza con le elezioni europee.
È vero: oggi le tragedie quasi quotidiane ai confini
dell’Europa (da Lampedusa, a Ceuta e Melilla, da Lesvos alla Bulgaria...) sono
spesso nei titoli di testa di giornali e televisioni, si intensifica il
dibattito sui social network e il ‘dossier immigrazione’ riveste finalmente una
grande importanza nell’agenda politica in Europa e fuori dall’Europa...
Tuttavia noi pensiamo che sarebbe necessario fare di più e meglio. Ed è per
questo che stiamo rilanciando Memento
Mari e questo nuovo blog.
Si tratta di
una piattaforma aperta ai contributi degli artisti e degli operatori della
cultura attivi nelle discipline più varie (musica, teatro, danza, cinema,
fotografia, letteratura…) dove la libera improvvisazione gioca un ruolo
fondamentale e a giusta ragione. Attraverso degli atelier artistici, incontri,
interviste, flash-mob, concerti, ecc. incontriamo (tra gli altri) migranti –
appena arrivati o di lunga data – rifugiati, richiedenti asilo e con essi
lavoriamo, dialoghiamo, cerchiamo di interrogarci sul passato, il presente e il
futuro di ciascuno di noi e delle diverse comunità.
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